Invidio il Musico Fanciullo
Il Poeta perso nei suoi Sogni
Il Danzatore Scalzo
E nessun altro uomo.
NELLA CASA VUOTA
Nella casa vuota
gli orologi continuano a battere
un tempo senza senso.
Vi cerco in ogni stanza
E, a volte, vi ritrovo.
Tu sei la mano gentile che percorre
le pagine bianche di un diario
per fermare pensieri e riflessioni
più grandi di Te,
nati da Te,
per gli altri.
Ed io, ho ereditato questo tipo d’amore.
E nelle note di un trombettista di colore
Ti ascolto e nella voce ruvida e dolce
Insieme, come una carezza,
di Armstrong, c’è la Tua voce,
purissima come l’anima e gli occhi
che sono i miei come il cuore.
Non posso,
da viva,
lasciare questa casa.
IL MARE
Un uomo guarda il mare:
le orbite vuote le mani vuote
Il mare è in risacca,
spumeggia grigio.
La sabbia ribolle
sotto un cielo
plumbeo.
C’è sempre qualcosa o qualcuno
che abbiamo perduto.
ODE AL VINO
Il vino! Il vino!
Sangue trasparente come acqua di fonte,
t’avvolge in un abbraccio d’amore,
e ti riporta alla terra,
al sole, al cielo del Sud:
ed i piedi son radici
abbarbicate alla roccia
e le braccia, pampini gravidi,
pregni di vita e promesse future.
Il vino! Il vino!
Metamorfosi antica,
fusione creativa
d’antico e di nuovo,
t’ invita al sorriso,
al pensiero,
al ricordo:
e rimembri la gioia
dell’ esser bambino …
Il vino! Il vino!
Ringraziamento
Signore Ti ringrazio
per queste rosse foglie d’Autunno
per il passero panciuto sul ramo
per le tonde olive succose
metà verdi e metà nere.
E Ti ringrazio ancora
per il dono della vita
nel ventre di una madre
per le lacrime inespresse
del giovane padre
per il sorriso del bimbo
ch’è stato, che è e che sarà.
Ti ringrazio Signore
Per l’affetto ricevuto
ed ancor più
per l’affetto donato
con il cuore disinteressato
che hai scelto per me.
E ancora Ti ringrazio
per ogni sorriso
e stretta di mano
per ogni abbraccio
per il fuoco del camino
e l’odore del pane
per il sonno ed i sogni
che alleviano i pensieri
oggi come ieri.
Madre
Madre che nascondi
il tuo esser donna
nella fragilità del verso
e affronti il vento
portandomi in braccio
io Ti ringrazio per la Vita
e ancor di più per la Poesia
che della mia vita
è la parte migliore
e Ti ringrazio per il sorriso
e per la ruvida carezza
contro l’asprezza
del calvario quotidiano
TORNEREMO
Torneremo liberi
e i prati saranno ancora verdi
sotto i nostri passi.
Torneremo giovani
e i denti saranno forti
e bianco il sorriso.
Torneremo felici
e ci accorgeremo
del cielo azzurro
su di noi.
NELLE TUE SCARPE
Faticosamente, arranco
con queste tue scarpe
sciupate dal tempo
e dalle intemperie.
E nell’avanzare, avverto
la tua fatica, in ogni passo
LINEA DI CONFINE
L’impotenza è il limite del muro
l’orlo scivoloso del dirupo
I polsini lisi della camicia
lo sguardo umiliato
del cane battuto.
Riavvolgendo il nastro
per trovare la strada di casa
per tornare alle origini
per scavare le radici
e abbeverarmi alla fonte
primigenia della vita
mi taglio sui cocci di vetro
di un passato mai passato
e trovo il miele dei sorrisi
di chi, riamata, ho amato
per levigare le ferite
medicare piaghe
raccogliere sospiri.
PER TE
Voglio parlare di te
Perché chi non ti conosce
Possa farlo
E chi t’ha conosciuto
Possa ricordarlo
Voglio parlare con Te
Per sentirti vicino
Per lenire
Il silenzio della notte
Per consolare
Il cuore
MAMMA BEDDHA MIA
Ci lu core me pisa an piettu
comu nn’ancora disancorata
ca s’ha ‘nfundata a ‘mmare
crisciu ca nun c’è regettu
de sta pena ca me rode
a tutte l’ore.
Te nda sciuta chianu chianu
Mamma mia
hai chiusi l’ecchi
hai dittu “ vado”
e ddhu vasu ca tia ddare
l’aggiu datu alla manu
ca me ncarizzava
e ca screia
te Prosa e te poesia
subbra ddr’agenda toa…
Una noa
nu tte la ccattu st’annu
Beddha mia
ca l’urtima pagina
te l’aggiu scritta ieu
cu te salutu.
E nun ci crisciu ‘ncora.
Ultimo abbraccio
Nell’abbraccio al nipotino
il miracolo di un figlio tornato
dal limbo dei bimbi perduti
E’ il dono della vita
che tu m’hai donato
ed io a mia figlia
e lei al piccolo fiore
che oggi, t’illumina il viso
Mamma!
ODE alla foresta urbana di Maria Gabriella de Judicibus
sestine•, formate da quattro settenari• piani a rima alternata• e due a rima baciata•, seguono lo schema
Oh tenera pietraia A
del bel Salento mio, B
ecco al fin che al tuo seno A
è ancor chiara la ghiaia!B
Risplende azzurro il cielo!C
Di commozione un velo C
agli occhi nostri sale: A
chè la Natura Vince B
su ogni altro male A
se amor di figli stringe B
le braccia intorno al corpo! C
E torna verde l’orto C
torna a cantare il rivo
e tra il verde più folto
tutto ritorna vivo
e dimentica il maltolto:
l’ignoranza malata
di una razza dannata….
“Foresta urbana” insegna
che c’è ancora speranza
per questa terra pregna
di fumo e non sostanza
perché finchè un bambino
sarà nel suo destino
la Madre sarà viva
e perché cresca sano
lo condurrà alla riva
sul palmo della mano
e udrà ancor gli uccelli
e il gioco dei fratelli
potrà piantar virgulti
giocare tra gli anfratti
lontano dai tumulti
d’amor far sogni astratti
potrà frutti assaggiare
la sete dissetare
all’ombra e sotto il sole
fanciulle corteggiare
raccoglier rose e viole
per poterle donare
e perpetrar la Vita
ch’è Favola Infinita!
1-NULLA DI CERTO
Nulla di certo
oltre il mio sentimento
ti prometto domani.
Amore e amicizia
non son poca cosa:
è il Tutto.
Tutto ciò ch’è umano
e che ci appartiene
e possiamo donare.
Il resto è sgomento.
2- Accorgermi
Accorgermi,
nell’attimo esatto
in cui t’ho perso,
di amarti tanto
È la mia pena
3-Non ne so parlare
Non ne so parlare
di quest’amore multimorfico
con denti aguzzi
come quelli dei lupi
o dei fauni fanciulli, nel bosco,
perduto nelle oniriche
fantasie muliebri,
assonnato o affamato
sempre malvivo
senza un solo nome.
e senza un solo senso
Quest’amore forsennato
che assale ad ondate
e sommerge ed annega
o consola e ti salva
4 Il filo d’Arianna
Riavvolgendo il nastro
per trovare la strada di casa
per tornare alle origini
per scavare le radici
e abbeverarmi alla fonte
primigenia della vita,
mi taglio sui cocci di vetro
di un passato mai passato
e trovo il miele dei sorrisi
di chi, riamata, ho amato.
.
5- Nel tuo sorriso
Perdermi vorrei
nel tuo sorriso
tu, che sorridi al mondo,
senza vedermi.
La verità è che io non posso credere che tu sia morta.
Sei stata così tanto tempo al mio fianco, dentro di me, a vegliare su di me
Che penso che si tratti solo di un breve distacco, uno come tanti già trascorsi
E poi io ti chiamo e tu ci sei o tu mi chiami e io ci sono
Dimmi che è così, Mamma.